Parco della memoria industriale delle ex-acciaierie “Mandelli”, 2000-2001 |
Quando le fabbriche chiudono c'è una rovina, anche di senso, nelle forme abbandonate della produzione. Lo spazio diventa memoria dell'industria e la natura ne prende il sopravvento. Il fallimento delle acciaierie “Mandelli” portava a
Collegno, piccolo centro satellite del torinese con tradizione operaia,
il problema della riconciliazione con il trauma della conversione
dell'area e la perdita della propria storia. Il bando del concorso
richiedeva appunto di realizzare nell'area una serie di nuove aree
a terziario (un edificio congressi polifunzionale, spazi per il terziario,
un edificio fieristico) e un parco della memoria industriale che
ospitasse anche un museo. Il progetto del parco è stato plasmato
sulla struttura degli spazi per la produzione lasciati allo scoperto
contraendo i volumi del nuovo costruito. Tutto il riutilizzabile
dell'esistente viene accolto nel progetto che apertamente si ispira
apertamente alla “rovina” del giardino romantico sette-ottocentesco:
i binari della catena di produzione diventano percorsi; le lastre
in acciaio giochi d'acqua e sedute, le vasche in cemento per il raffreddamento
dei pezzi giardini segreti. Il parco è composto da una serie
di aree tematiche comunicanti pensate come installazioni :la piazza
con i nebulizzatori d'acqua, la piazza luminosa, la stanza verde,
i parterre di terra rossa realizzati con la frantumazione dei mattoni
della fabbrica. Tutti questi spazi guidano nel parco al “museo
della memoria industriale” dove le siviere in metallo e altri
pezzi della produzione sono assemblati per disegnare l'atmosfera
del giardino del museo.
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